Passa ai contenuti principali

Post

6 Dicembre - San Nicola

Dicembre non porta più promesse, ma una certezza: il cambiamento volge al caldo e sembra destinato a restare. Il ritorno del freddo è un’illusione ostinata, appena una parentesi di poche ore, una neve copiosa di fine novembre, sull’Appennino subito sciolta dal respiro caldo del garbino. A quale tradizione potrei ancora aggrapparmi? A quel freddo che sapeva provocare disagio, al brontolio fastidioso contro un tepore che ora si fa stabile, continuo. Eppure, non era forse questo l’approdo più amato: il sole nel freddo? Quel raggio che ossimora il gelo, lo sublima senza cancellarlo, lo rende sopportabile e perfino desiderabile.  Mesto cammino nel mugugno di ciò che sento non appartenermi, frugando all’indietro un desiderio da consegnare al domani, perché un sorriso possa sorgere, come sole discreto e limpido, sopra una mattina di bianco gelo.
Post recenti

San Martino

L'estate di San Martino è una dolce certezza: un calore che accarezza e trattiene, quasi a voler ingannare il tempo.  La notte oramai maggiore porta un debole freddo ed il sole, ancora ardente, nelle poche ora tesse una quiete piacevole e inquieta.  Verranno il freddo e la neve? Sapranno mescolare le cose perpetue, azzerare il presente e riportare una nuova chiarezza nell’aria? O saremo becchi di questo inganno?

novembre 2

Novembre è una linea lenta, che scivola verso il basso. Una discesa quasi impercettibile, trattenuta dai venti caldi e tesi che salgono da sud: scaldano l’aria oltre misura per la stagione, eppure la rendono piacevole, quasi gentile non fosse per il timore delle non cose. Nella nuova serra le insalate trovano riparo: il vento resta fuori, l’umidità si raccoglie, la crescita rimane sospesa in un respiro lungo. E io aspetto che quella linea si spezzi e si faccia onda, che si incurvi in parabole improvvise, in una successione rapida di salite e discese, tanto nette da farmi rimpiangere la calma attuale. Quella lunga, sottile linea d’eterna, illusoria, estate di San Martino.

Primo Novembre, tutto scorre lento

Nebbia al primo mattino, poi sole e temperatura sui 18 gradi.  La notte siamo ancora sopra i 10.    Giorni di garbino e scirocco tesi sono appena passati. Il giardino, la mattina, si accende con il sole, le aromatiche ancora profumano d'estate.    Tutto scorre lento, senza scossoni: ogni giorno un po’ meno luce, ogni giorno qualche decimo di grado in meno.    La cisterna dell’acqua piovana è piena dopo l’ultima pioggia.    Oggi, fra il radicchio sonnecchioso, appesantito nell'argilla molle, ho seminato la fava.  Primo novembre senza il profumo dell’autunno.

Ottobre una promessa

  Ottobre è una promessa. Notti a 10 gradi e giornate soleggiate a 20 gradi. A volte piove. Una promessa di cose che stanno nella via di mezzo. Senza eccessi. Godendo del sole dopo la pioggia della calma dopo il vento. Ottobre è un'illusione di un sole basso di giornate che si accorciano, di piante che tirano il freno. L'orto si sta godendo questi giorni, raccolgo bietole, cicoria e cavolo nero. Qualche zuppa e farcitura per qualche piada.  

Settembre in altalena

Settembre fra pioggia e sole. Avere messo le cose a dimora nel momento giusto, regala già il primo raccolto. Guardare i siti meteo, il controllo delle temperature diurne e notturne, lasciare stare la terra nella torrida estate, quindi serve questo? Posso controllare le cose farle volgere a mio pro? Oppure è stata solo fortuna? Casualità e non causalità.Di giorno fa caldo 26/28 gradi. La notte vicino ai 20. È l'estate che dovrebbe essere. Ma non è. È settembre che genera inquietudine per le tenebre che arriveranno per l'estate ancora calda. Ieri ho messo a dimora della lattuga. Vedo il verde delle foglie ma con un senso di inquietudine, di perplessità sul non dover e volere controllare le cose, ma solo accompagnarle nella spontaneità del crescere.

Arsura

 Cos' è l'arsura? è la  capacità di non assorbire umidità dall'ambiente.  Anche se a volte piove, il terreno resta polveroso, arido, disseccato.   Se annaffi, non accade nulla.  È un blocco estivo di sole, calore che non scalda ma cuoce, di vento secco che compresso adiabaticamente sull'appennino arde l'aria della collina prima del mare.   Ho atteso il primo temporale dopo ferragosto, per mettere nuovamente a dimora qualche piantina. Cavolo nero, cicoria, radicchio. Le bietole nel semenzaio.  La pioggia è arrivata, le temperature sotto i 30, maestrale, l'umore della terra è pronto a cambiare e tornare fecondo?    Attendo, guardando il cielo, scrutando le ultime nuvole, assaggiando il vento, non mi resta altro da fare.