Novembre è una linea lenta, che scivola verso il basso.
Una discesa quasi impercettibile, trattenuta dai venti caldi e tesi che salgono da sud:
scaldano l’aria oltre misura per la stagione, eppure la rendono piacevole, quasi gentile non fosse per il timore delle non cose.
Nella nuova serra le insalate trovano riparo:
il vento resta fuori, l’umidità si raccoglie, la crescita rimane sospesa in un respiro lungo.
E io aspetto che quella linea si spezzi e si faccia onda,
che si incurvi in parabole improvvise,
in una successione rapida di salite e discese, tanto nette da farmi rimpiangere la calma attuale.
Quella lunga, sottile linea d’eterna, illusoria, estate di San Martino.
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