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novembre 2

Novembre è una linea lenta, che scivola verso il basso.
Una discesa quasi impercettibile, trattenuta dai venti caldi e tesi che salgono da sud:
scaldano l’aria oltre misura per la stagione, eppure la rendono piacevole, quasi gentile non fosse per il timore delle non cose.

Nella nuova serra le insalate trovano riparo:
il vento resta fuori, l’umidità si raccoglie, la crescita rimane sospesa in un respiro lungo.

E io aspetto che quella linea si spezzi e si faccia onda,
che si incurvi in parabole improvvise,
in una successione rapida di salite e discese, tanto nette da farmi rimpiangere la calma attuale.

Quella lunga, sottile linea d’eterna, illusoria, estate di San Martino.

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San Martino

L'estate di San Martino è una dolce certezza: un calore che accarezza e trattiene, quasi a voler ingannare il tempo.  La notte oramai maggiore porta un debole freddo ed il sole, ancora ardente, nelle poche ora tesse una quiete piacevole e inquieta.  Verranno il freddo e la neve? Sapranno mescolare le cose perpetue, azzerare il presente e riportare una nuova chiarezza nell’aria? O saremo becchi di questo inganno?

Talee

Sotto l'occhio vigile del limone le piccole talee nella fredda serra sorridono al sole di gennaio. Con loro una piccola colonia di bietole.  Tutte in attesa di andare a dimora fra i festanti insetti. Oggi Sant'Antonio Abate ricorda il pieno inverno, il freddo che potrebbe fare, una -5 potrebbe rendere inutile la protezione della serra. Ma le piante non hanno coscienza, non pensano al futuro, crescono radici da affondare nella terra e foglie con cui prendere energia dal sole. Semplicemente cercano il loro spazio nell'universo, seguendo la legge scritta nel loro seme.  Così la loro visione di fragilità e di tenacia mi da gioia.   
 Il giorno dell'epifania porta una nebbia gelata che dall'Adriatico risale sulla collina e copre il cielo già plumbeo di innoque nuvole. Le piantine autunnali riposano in attesa di qualche grado in più. Verdissime bietole già moltiplicate, rossi radicchi stanchi e ciò che resta dei cavoli neri divorati dalle lumache nel tardo autunno prima del freddo.   La notte siamo scesi a 5 gradi, il giorno sfioriamo i 10, non fa freddo, ma tutto sembra sospeso, il terreno molle dalle recenti piogge, il sole che ha accompagnato i giorni fra Natale e capo d'anno un caldo ricordo.